giovedì 26 settembre 2013

Benvenuti alla terza A di Comano!

Le provette già scalpitano all'arrivo dei bambini della terza A di Comano! Nuovi profumi riempiranno il laboratorio, accordati ai ricordi e ai gusti dei nuovi piccoli scienziati.
 

Anche oggi partiamo con una "scelta di naso": quali fragranze verranno preparate e portate in classe a ricordare questa esperienza?



Alcune hanno nomi misteriosi, altre decisamente evocativi, per non parlare dei loro odori che lasciano indecisi i nostri nasi. Le vincitrici, però, sono "Fiori di Primavera" e "Sabbia e Mare". L'una ci conquista con le sue scie di fiori di frangipane, l'altra con quella nota fruttata che ci riporta alle orecchie le ore calde passate vicino all'ombrellone: "cocco bello, cocco di mamma!". I profumi, infatti, riescono a sbriciolare le nostre memorie a destra e sinistra, così anche in classe, un giorno, potremmo ricordarci di questi bei momenti.
 
Appena arriviamo in laboratorio ci invade il profumo del mandarino. Le sue buccette sono davanti a noi, a sfavillare in un arancione quasi acciecante. Riccardo ci racconta che proprio da quelle bucce riusciremo a estrarre l'essenza di mandarino, come facevano un tempo i maestri profumieri. Incominciamo a sminuzzare la buccia e la lasciamo cadere nel mortaio. Con il pestello, poi, schiacciamo la scorza per aiutare il "profumo" a uscire dalle "ghiandole" del mandarino, minuscole ampolle che tappezzano la buccia di mandarino.

 
 
Ma mortaio e pestello non bastano. Abbiamo bisogno anche di un aiutante panciuto e trasparente che se ne sta in disparte, su un altro bancone. È il distillatore! Lo riempiamo di bucce sminuzzate e Riccardo ci spiega che, semplicemente scaldandole e raffreddando il vapore, riusciremo a catturare il profumo di mandarino.
 
 
 
Ed eccoci all'opera: dovremo prendere solo una parte di quello che il distillatore ci ha restituito.
 
 
Grazie al suo prezioso aiuto, abbiamo ancora del tempo per continuare a mettere alla prova la nostra precisione. Seguendo alcune ricette che Luisa e Riccardo ci danno, prepareremo le fragranze che abbiamo scelto. Quattro gocce, due, tre gocce; un po' di alcol, ma non troppo; acqua purissima e...  ecco i nostri diffusori!
 


 
 

Ma ci è rimasto un dubbio: da dove arrivano gli odori? Quelle "ghiandole" di cui ci parlavano Luisa e Riccardo, dove sono in realtà? Non sembrano visibili a occhio nudo. O meglio, qualcosa c'è, la intravediamo nella buccia. Sarebbe bello riuscire a esplorarla, per un'ultima caccia al profumo.

Un altro laboratorio ci aspetta, per svelare le origini misteriose dei profumi. Al binoculare i piccoli mondi si fanno grandi ed ecco i fiori che si aprono e il pistillo diventa lungo come un ramo, gli anfratti della buccia di mandarino si allargano e si intravede, dove l'arancione si fa più intenso, quasi marrone, il suo succo; ogni ortaggio viene esplorato da cima a fondo alla ricerca dei suoi piccoli depositi di essenza.





 
 

Così il broccolo, visto da vicino, è anche meno spaventoso di come possa sembrare! E scopriamo anche un'altra cosa: la vista ci inganna. C'è chi annusa il broccolo senza sapere di cosa si tratti. Sembra buono da bendata, eppure quando toglie la maschera lo riconosce e le viene in mente il suo orripilante odore!


Da mascherati, molti profumi che disgustano la vista o che non proveremmo nemmeno sapendo di cosa si tratta, in realtà non dispiacciono poi così tanto. Chi l'avrebbe mai detto che il vomito di capodoglio, per come lo immaginiavamo, avesse poi un profumo delicato, quasi talcato, quasi antico? E che il muschio, così forte avvolgente, provenisse in realtà dalle ghiandole del cervo muschiato?
Il Biolab non finisce di stupirci, rincorrendo le nostre domande silenziose. Che, comunque, continueremo a farci.
 
 
E grazie a voi, che continuate a porvi e a porci le vostre domande.
 

venerdì 20 settembre 2013

Benvenuti alla quinta di Probello!

Quando si arriva al BioLab non si sa mai quello che accadrà. Sarà un po' come a scuola? Bisogna prendere penna e fogli?
I bambini della quinta di Probello sono arrivati gioiosi con il desiderio di lasciarsi stupire.
E loro hanno stupito noi. Quali odori preferite?
E subito i bambini sfoderano una lista infinita di odori raccolti dai loro nasi nel corso della giornata: dalla marmellata di albicocche fino all'odore delle foglie dell'autunno. Senza dimenticare l'odor del bebè. Il preferito del maestro.
 
I piccolo scienziati si sono lanciati con entusiasmo nelle loro scoperte. Ad aspettarli, sul tavolo del laboratorio di biologia, c'erano lavanda, salvia, rosmarino, pino, basilico e, dopo alcuni test olfattivi, abbiamo osservato dove si depositano gli oli essenziali in queste piante.
 

Naso maschile e naso femminile: quali differenze?
 
Nel laboratorio di biologia abbiamo scoperto che le molecole odorose sono volatili, cioè volano nell'aria come gli uccelli. E trasportate dall'aria si infilano nel nostro naso. Abbiamo quindi fatto una sfida: il classico (e a dire il vero anche banale) maschi contro femmine.  Abbiamo preso 10 provettoni contenenti 10 odori misteriosi e abbiamo voluto osservare se è vero, come dicono i libri sull'olfatto che i nasi femminili sono più sensibili di quelli maschili.
 
Il risultato è stato inequivocabile. I precisi nasi femminili hanno stracciato i confusi nasi maschili.
 
Siamo quindi passati alle piante aromatiche. Salvia, rosmarino e lavanda appartengono alla stessa famiglie di piante - le Labiate - che, per la presenza di ghiandole gonfie di oli essenziali profumati, vengono utilizzate come  piante aromatiche  in cucina.  I "piccoli recipienti naturali" di profumo erano ben visibili al binoculare, tanto che siamo riusciti a immortalarli sullo schermo là dove le goccioline profumate sgusciavano lungo la foglia.
 
Una piccola gocciolina (a sinistra) di olio essenziale rinchiusa nel suo contenitore
 


 
Sulle foglie di salvia, però, le goccioline profumate non erano sole, ma affiancate da abitanti ancora più piccoli: gli afidi!
 
Un raduno di afidi sul retro di una foglia di salvia. Tra le afidi si vedono anche brillare le goccioline con gli oli essenziali .

In questa immagine ingrandita si vedono bene le riserve di olio essenziale (pallini bianchi) e gli afidi.

Si tratta di piccoli insetti chiamati anche «pidocchi delle piante». Il nome non sembra promettere nulla di buono!
E infatti Riccardo ci ha detto che non fanno poi così bene alle nostre piante: cercano una nervatura sulla foglia, proprio dove scorre la linfa, ci infilano il muso e incominciano a succhiare. In questo modo danneggiano la pianta che viene privata del suo nutrimento. La linfa delle piante infatti è come il sangue per le persone e per gli animali: è indispensabile per vivere!
Ma allora l’afide è solo un insetto che fa danni e non è utile a nessuno? Niente affatto! Gli afidi succhiano la linfa, estraggono le sostanze che servono per vivere ed eliminano quello che non serve. E questo prodotto di scarto è… la melata: una sostanza zuccherina che le api raccolgono a trasformano in miele! Il miele di melata per l’appunto. Anche le formiche sono ghiotte di melata e così, quando trovano una foglia, un germoglio o un ramo ricco di afidi, si mettono di guardia per evitare che nessun animale mangi gli afidi. In questo modo gli afidi sono liberi di succhiare linfa senza preoccuparsi di difendersi e le formiche hanno una scorta garantita di cibo.
Gli afidi, in fondo, sono carini. Ma alla fine siamo stati stregati dalla lavanda, con i suoi piccoli fiorellini indaco e viola! Così abbiamo deciso che avremmo provato a estrarre il suo inconfondibile profumo.



Il fiore di lavanda. Anche in questo caso si vedono brillare le goccioline di olio essenziale
 
 
Ci siamo subito messi all'opera: Riccardo e Giovanni ci hanno suggerito di iniziare a sbriciolare i fiori secchi nel mortaio.
 
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Sempre meglio controllare! Non si sa mai...
 
 
Quindi ci hanno presentato un ingegnoso strumento in vetro: il distillatore! Grazie a lui abbiamo scaldato la polvere di lavanda in un'ampolla e siamo riusciti a intrappolare nel vapore il suo profumo. E, sempre grazie a lui, siamo riusciti a "trasformare" il vapore prima in liquido e poi in olio essenziale. Il funzionamento è semplice: nell'ampolla si cucina un minestrone di lavanda, scaldandolo le molecole odorose salgono e vengono catturate da un tubo raffreddato con acqua fredda. In questo modo le molecole odorose hanno formato delle goccioline e sono scivolate nel recipiente.
 
Il distillatore
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Il distillatore è stato di preziosissimo aiuto, ma anche noi abbiamo lavorato sodo, tra dubbi e tentativi.

 
 
 


 
Lavoro di squadra e...


...ci siamo quasi! 
Alla fine ci siamo accorti che la parte che ci interessava di più (l'olio essenziale) era veramente minima: un piccolo disco di olio galleggiava sopra l'acqua. L'abbiamo raccolto e messo in un tubo. Dal fiore siamo riusciti ad estrarre l'olio essenziale di lavanda!

Infine con altri oli essenziali abbiamo costruito un diffusore di odori che abbiamo portato in classe.

Ricordiamo ai bambini della quinta di Probello che se vogliono scriverci, pubblicheremo la loro lettera su questo blog. Vi lasciamo il nostro indirizzo mail:  ideatorio@usi.ch
Grazie mille per la vostra visita. Abbiamo imparato anche noi, con voi.

giovedì 19 settembre 2013

Si parte!

Tutto pronto? Guanti, camice e occhiali protettivi vi stanno aspettando nei laboratori di chimica e di biologia della Scuola elementare Lambertenghi di Lugano! A tenergli compagnia fino al vostro arrivo provette, beute, spruzzette e, forse, anche qualche animaletto.
 
 
 
Il tema quest'anno sarà la chimica e la biologia degli odori. Da dove arrivano i profumi, come possiamo estrarre l'essenza da un fiore? Che cosa riesce a riconoscere il nostro naso? Perché un odore è buono e un altro cattivo? Per rispondere a queste domande due laboratori aspettano i giovani scienziati.
Un primo laboratorio permette di osservare le piante e di confrontarne le diverse parti. Dove si nascondono gli odori delle piante? A che cosa servono? Il secondo laboratorio permette invece di estrarre un olio essenziale da un fiore o una pianta e di creare un miscuglio odoroso mescolando diverse essenze.